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PsicoBox – EP. 5 – Gli stadi di elaborazione del lutto

Come dicevamo qualche puntata fa relativamente all’evento Covid, possiamo paragonare quanto ci è accaduto ad un vero e proprio evento luttuoso oltre che traumatico.

Dove la vita che facevamo prima e quella realtà che conoscevamo, da diversi mesi non fanno più parte del nostro quotidiano.

E’ proprio per questo che oggi vi voglio parlare del lutto e delle sue 5 fasi come indicato da Elisabeth Kübler Ross. Credo sia davvero importante capire comprendere queste nostre modalità di funzionamento per imparare ad averci a che fare senza spaventarci o rimanerne disorientati.

1. Negazione
A volte, la realtà è intollerabile a tal punto che si è costretti a negarla.  La nostra parte cognitiva lo sa perfettamente, ma quella emotiva è come se non ci potesse credere.
“Non può essere successo”: il rifiuto la prima, fisiologica e naturale risposta alle perdite. Di cui tutte le teorie così chiamate appunto “NEGAZIONISTE”

2. Patteggiamento
Siamo paralizzati dall’incredulità e il patteggiamento è sorretto dall’illogica speranza che sia possibile far rivivere il passato. Ma rappresenta comunque un passo in avanti nell’elaborazione del lutto perché è una condizione che non presuppone la negazione della perdita.

3. Rabbia
Ahimè di questi tempi la conosciamo bene…
Nel lutto, la rabbia sopraggiunge dopo che fallisce ogni tentativo di patteggiamento. Mentre le settimane passano e le speranze si affievoliscono, diventa chiaro che attendere non serve.
La rabbia, che fino a quel momento avevamo tenuto a bada con la speranza, all’improvviso ci assale. Non c’è più possibilità di negare la perdita, né di illudersi che sia solo momentanea.

4. Depressione
La collera può dispensare da quel sentimento di tristezza che ancora non si hanno gli strumenti per affrontare, ma è difficile restare arrabbiati per sempre. E così, appena le energie richieste per alimentare la rabbia vengono meno, si inizia a sentire qualcosa di più perturbante e depressivo.

Nel percorso di elaborazione, quando non si riesce più a negare la perdita, di conservare le speranze di porvi rimedio, o forza sufficiente per mantenere viva la collera, accedi a quella condizione che Elisabeth Kübler Ross chiamava di “depressione”.

Non certo qualcosa di desiderabile ma che, paradossalmente, può rappresentare una porta d’uscita dal lutto. “Il momento più buio è quello che precede l’alba” in quanto questo è un momento anche di profonda elaborazione.

5. Accettazione
Lentamente il passato non ha lo stesso insopportabile peso di prima. Le mancanze si avvertono ma in questa fase si riescono ad affrontare i ricordi senza più sprofondare nella malinconia e vediamo come il futuro riprende colore riuscendo nuovamente a fare progetti.

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